The Book of Boba Fett: spiego come la serie ha sprecato il suo potenziale

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The Book of Boba Fett. Disney+ ha completato la trasmissione di tutti gli episodi della serie tv di Jon Favreau, Dave Filoni e Robert Rodriguez.

C’è del buono nell’imperfezione di uno show come quello che ci è stato proposto, ma il progetto aveva un potenziale che è stato sprecato.

Ci sono stati problemi durante la produzione e questo difficilmente lo potranno negare. Si ha l’impressione di ritrovarsi di fronte a un prodotto zoppicante. Il risultato finale forse è il frutto di visioni contrastanti tra i produttori esecutivi.

In un primo momento, lo show è stato presentato come “la serie tv di Rober Rodriguez“.

The Book of Boba Fett: hanno aggiustato il tiro in corsa?

Forse, dopo aver visto il materiale prodotto dal regista con le prime riprese, i suoi “colleghi” potrebbero esser rimasti perplessi per il livello qualitativo. Potrebbero aver cercato di raddrizzare il tiro, arricchendo la trama o alzando l’asticella con il supporto di altri registi e l’inserimento di personaggi non previsti.

Infatti, i vari episodi non sono uniformi da un punto di vista di regia, di fotografia e di scrittura. Dove manca la mano di Rodriguez, emergono picchi qualitativi più alti. Per non parlare dei Capitoli 5 e 6 che sono, a detta dei più, ottimi innesti di The Mandalorian.

Il rammarico è tanto, considerato che gli autori hanno scelto di portare sullo schermo comprimari intriganti, raccontando una storia che, a modo suo, ha del fascino (i flashback del Capitolo 2 non sono sono da sottovalutare). Il materiale è stato assemblato male.

I fan hanno stilato una lista di note stonate che frenano il divertimento e non rendono pienamente comprensibile l’evoluzione del protagonista principale.

The Book of Boba Fett – L’importanza dei dialoghi

Uno dei problemi più grossi dell’opera sono i dialoghi. Alcuni sembrano imbarazzanti e fuori contesto; finiscono per distrarre lo spettatore, tenerlo a distanza anche da scene più serie o profonde. Una combinazione stonata che riesce a intrattenere, ma si ferma lì.

Risulta difficile individuare spettatori innamorati dell’insieme. Un’opera qualsiasi di Star Wars merita molta più attenzione, più uniformità, meno svogliatezza. Star Wars non è un giocattolo, ma un’istituzione. I suoi autori non devono divertirsi nel produrre nuove storie, come se fossero bambini emotivamente fuori controllo. Ci vuole il massimo del professionismo per onorare una saga che emoziona loro e noi.

Perché l’evoluzione tipo Boba Fett, teoricamente parlando, è bellissima e sensata. E’ in linea con il pensiero di George Lucas, che ricorda nei suoi racconti che non è mai troppo tardi per fare scelte giuste per gli altri.

Per questo merita di essere compresa da tutti e non da una nicchia di fan. In più va supportata attraverso una caratterizzazione ideale del personaggio, al quale non possono essere associati dialoghi che lo snaturano.

Probabilmente dovrebbero essere interpretati come una forma di ironia che solo Robert Rodriguez vede come tale.

Il cambiamento del protagonista avrebbe dovuto mettere in evidenza una nuova forza spirituale, elevandolo come personaggio migliore. Le battutine insicure, rischiano di compromettere la funzione della storia e descrivono questo cacciatore di taglie, divenuto boss del crimine, come un uomo confuso e inappropriato nel suo ruolo.

Sarebbe bastata una revisione più attenta per far brillare di luce propria l’intera operazione, rendendola memorabile.

Sito web creato il 28 marzo 2018 dall'Avv. Marcello Durante, docente di scrittura creativa a Lecce, appassionato di fumetti e Guerre Stellari.