Star Wars: il cambio di nome. Dalla tradizione Sith a Grogu

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Star Wars. Numerosi personaggi della saga di Guerre Stellari hanno assunto, a un certo punto della loro vita, un nome o un cognome diverso. Il “cambio di nome” (o cognome) è diventato un tema ricorrente, spesso legato al tema dell’adozione (tanto caro a George Lucas), altre volte a temi più specifici, ma sempre affascinanti.

Lucasfilm nella Terza Stagione di The Mandalorian (Disney+) ha ribattezzato il suo “Baby Yoda” come Din Grogu, rendendolo ufficialmente figlio del mandaloriano Din Djarin. L’uso di “Din” ha scatenato diversi dibattiti interni al fandom, considerato che i più consideravano “Djarin” il cognome del Mando. Cliccate qui per leggere un approfondimento sul tema.

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Questo è uno dei tanti esempi che caratterizzano la saga canonica di Star Wars. Il cambio di identità è legato, in maniera radicale, alla cultura Sith o del Lato Oscuro. La maggior parte dei Signori dei Sith adottavano un nome nuovo, associandolo al titolo di “Darth”. Per celebrare il loro “matrimonio” con il Lato Oscuro, tentavano di rompere i legami col passato, rinascendo come persone nuove.

Servire il Lato Oscuro significava essere disposti a “uccidere” simbolicamente l’identità precedente. Soprattutto se – come nel caso di Darth Vader – si aveva un’origine Jedi. Diventare un “Darth” significava siglare un patto con l’oscurità, recitare un giuramento costante, pronunciato con rabbia, odio, dolore. George Lucas ha offerto un esempio chiarissimo di questo meccanismo: in Episodio III – La Vendetta dei Sith, Darth Sidious battezza Anakin Skywalker come Darth Vader.

Star Wars: il vero cognome di Han Solo

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Il nuovo canone di Lucasfilm ha offerto un’informazione importantissima sul passato di Han Solo. Lui non è mai stato un “Solo”, poiché non esisteva una famiglia Solo. E’ stata la stessa leggenda della Trilogia Originale a scegliersi un cognome, improvvisando. Perché lo ha fatto? Molto probabilmente i rapporti col padre lo hanno portato a rinnegare il suo passato, per iniziare un nuovo percorso con un’identità differente. Forse ha preferito non essere associato a nessuno, per fuggire da Corellia senza destare i sospetti del nuovo Impero galattico.

Star Wars: diventare uno Skywalker. Titolo o adozione?

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Il caso Rey Skywalker ha sollevato numerose polemiche. Lucasfilm (sposando l’idea di J.J. Abrams e, forse, di Pablo Hidalgo) ha concluso la saga con una scelta simbolica: ha trasformato in Skywalker la protagonista della Trilogia Sequel.

Rey ha reso omaggio alla famiglia Skywalker con la sua scelta di farsi identificare dalla galassia con quel cognome. Il Nuovo Ordine Jedi rinascerà nel nome degli Skywalker, prendendoli come simbolo della massima espressione della Forza.

Rendere Rey una Skywalker è stata una mossa furba, usata per dare continuità a una stirpe mistica sacra per i fan. Il personaggio stesso, attraverso una soluzione narrativa, è diventata “metà Skywalker” all’improvviso: essendo parte di una Diade nella Forza, ha un’origine mistica legata a Ben Solo (ultimo degli Skywalker). I due sono una sola persona nella Forza.

Dopotutto, il cognome Skywalker, in questo caso, può essere anche inteso come “titolo” e significare “skywalkeriano” (o qualcosa del genere). Nulla di sorprendente, visto che un caso analogo, certamente più celebre, è quello che riguarda i seguaci di Cristo, identificati come “cristiani”. Star Wars è una saga che vive di influenze religiose, per questo non è assurdo interpretare così la scelta di Rey.

George Lucas e adozione

Star Wars George Lucas personaggi protagonisti preferiti della saga

George Lucas ha sempre avuto a cuore anche il tema dell’adozione (essendo padre adottivo). L’adozione, nella maggior parte dei casi, comporta proprio un cambio di cognome. Nella sua storia si parla dell’importanza della famiglia, ma soprattutto della forza delle “famiglie non di sangue“, che possono diventare ugualmente espressione di un amore fortissimo.

I suoi giovani eroi non avevano i genitori e, per una serie di circostanze, erano stati adottati. Leia “Skywalker” è cresciuta come Leia Organa di Alderaan. Luke, invece, è rimasto – in maniera anche sorprendente – uno Skywalker.

I suoi zii hanno preferito crescerlo come un figlio, ma non “tradendo” il suo reale cognome.

Anche Cassian Andor non è nato come “Cassian Andor”. La serie tv di Tony Girlory ha spiegato che era nato come “Kassa” su Kenari, per poi essere adottato da Maarva Carassi Andor.

Star Wars: il Leader Supremo Snoke spiega il cambio di nome
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Il Leader Supremo Snoke, nell’opera a fumetti L’Ascesa di Kylo Ren (scritta da Charles Soule), ha parlato dell’importanza del cambio di nome. In un dialogo con Ben Solo ha sottolineato di non essere nato come “Snoke”. Forse sono falsi ricordi o forse ha scelto di prendere la distanza dalla sua natura di “clone”.

Quel che interessa del suo discorso, è proprio ciò che voleva trasmettere al suo nuovo apprendista Ben Solo. Per creare Kylo Ren e rafforzare il suo legame con il Lato Oscuro, ha utilizzato proprio la cultura dei Sith, imponendogli un cambio di identità. Una mossa astuta, per spingere il ragazzo a tagliare i ponti con gli Skywalker.

Star Wars: l’Ordine Jedi, il vecchio Ben Solo e Kanan Jarrus.
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La saga ha proposto altre situazioni di “necessità”, in cui alcuni personaggi sono stati costretti ad assumere una nuova identità. Di norma l’Ordine Jedi, diversamente da quello dei Sith, non imponeva ai piccoli un cambio di cognome o identità. I Jedi crescevano sapendo di avere un’origine misteriosa, ma seguivano ciecamente le regole dell’Ordine, evitando di indagare sulla propria famiglia.

Dopo l’Ordine 66, molti sopravvissuti, hanno dovuto nascondersi, rinunciando alla propria identità. Il maestro Jedi Obi-Wan Kenobi, per sopravvivere su Tatooine e proteggere il piccolo Luke Skywalker, è diventato semplicemente “il vecchio Ben”. La stessa sorte è toccata a Kanan Jarrus (Star Wars Rebels), il quale ha messo da parte a lungo una verità irrinunciabile: essere stato il padawan Jedi noto come Caleb Dume.

Sito web creato il 28 marzo 2018 dall'Avv. Marcello Durante, docente di scrittura creativa a Lecce, appassionato di fumetti e Guerre Stellari.