Star Wars. Darth Bane aveva dettato la via perfetta per portare l’Ordine dei Sith al comando della Galassia. Possiamo dire che l’Imperatore Palpatine ha realizzato il suo sogno, partendo proprio dagli insegnamenti rivoluzionari che hanno assicurato ai Sith una continuità nei secoli.
Darth Sidious, con estrema pazienza, aveva quasi distrutto del tutto l’Ordine dei Jedi, in più occasioni. Il suo Ordine 66 è stato come la candelina sulla torta che ha portato all’inaugurazione dell’Impero dei Sith. Una impresa impressionante, di cui Darth Bane sarebbe stato orgoglioso. Ma fino a un certo punto…
Perché Sheev Palpatine ha tradito Darth Bane e lo stesso Ordine dei Sith, condannando se stesso e tutta quella cultura all’estinzione.
Perché si può parlare di tradimento? La prima parte del piano di Palpatine è stata basata sui “sacri insegnamenti Sith”: agire nell’ombra, confondere il nemico, pianificare con estrema pazienza, pilotare gli eventi, ingannare la galassia, tramandare il proprio sapere a un apprendista.
Star Wars: quando sono state violate le regole dei Sith
L’Ordine 66 avrebbe reso entusiasta Darth Bane, visto che aveva messo fine a una faida millenaria tra Jedi e Sith, consegnando a quest’ultimi le redini della galassia. Qualcosa però è accaduto, che ha compromesso “il sogno” in maniera definitiva…
Grazie anche alle storie Legends, sappiamo che Darth Bane decise di cambiare radicalmente l’Ordine Sith, salvandolo dai conflitti interni. Per distruggere i Jedi, ha dovuto rendere di nuovo i Sith i servi totali del Lato Oscuro.
Secondo le leggende, Darth Bane si accorse che i Sith della sua epoca stavano abusando nella maniera sbagliata del Lato Oscuro, facendosi la guerra tra loro e perdendo in maniera irrimediabile il confronto con i Jedi. Per questo, utilizzando un antico rituale, spazzò via tutti i Signori dei Sith e stabilì la Regola dei Due.
Proprio grazie al percorso da lui tracciato, i Sith riuscirono a sovvertire il destino della galassia, agendo nell’ombra e concentrandosi su un unico obiettivo: permettere al Lato Oscuro di infettare i mondi conosciuti e tutti i sistemi (anche politici e burocratici).
Palpatine è stato l’esponente Sith che è riuscito a realizzare il sogno di Darth Bane, dando concretezza a secoli di pianificazioni. In lui era concentrato tutto il potere del Lato Oscuro, come risultato della Regola dei Due.
Darth Bane stesso era diventato il Sith ideale, ma aveva capito che non doveva agire per se stesso, ma solo per servire il Lato Oscuro. Per questo, attraverso la Regola dei Due, permise all’Ordine Sith di avere una continuità, senza disperdere tutto quel potere.
Il grande peccato di Palpatine è stato quello di non avere una reale intenzione di seguire la Regola dei Due. Il suo egoismo e la sua fama di potere estremo e infinito, hanno spinto Darth Sidious verso la distruzione.
Pur servendosi degli apprendisti, fece l’impossibile pur di non abbandonare la sua posizione di potere, assicurandosi sempre che gli altri Sith non avessero mai la capacità di rovesciarlo.
La fine dell’Ordine Sith
Darth Maul ne è uscito con le ossa rotte, il Conte Dooku senza testa, lo stesso Darth Vader non è mai stato in grado di scavalcare il suo maestro. Nella mente di Bane, questo tipo di atteggiamento avrebbe significato mettere se stesso al di sopra dei Sith, e questo non sarebbe mai stato accettabile.
Inoltre, nella fase successiva a Episodio VI – Il Ritorno dello Jedi, Palpatine per restare in vita, ha preferito non addestrare alcun apprendista rivale, rimanendo il solo detentore di quella cultura Sith millenaria. Ha manipolato una creatura come il Leader Supremo Snoke, ha sfruttato Ben Solo/Kylo Ren per realizzare la sua vendetta, ma non ha mai “battezzato” un Sith successore.
Un errore imperdonabile, considerato che l’Ordine Sith è morto con lui. “Io sono tutti i Sith” è l’espressione che sottolinea il tradimento totale del sogno di Darth Bane che, di conseguenza, ha permesso al Lato Chiaro di prevalere sul Lato Oscuro in maniera definitiva.
Nella Trilogia Sequel abbiamo assistito al fallimento del culto del Sith Eterno.
