Star Wars: il Pau’an di Jedi Survivor dà una lezione agli autori di serie tv

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Star Wars. Dopo aver visto per la prima volta il teaser trailer del nuovo videogame Jedi: Survivor, mi è rimasta in mente una figura in particolare: l’anziano Pau’an. Dovrebbe essere un senatore e, quasi sicuramente, avrà un ruolo chiave nella storia.

In realtà, per adesso, mi interessa poco conoscere la sua identità e il peso che avrà nella vita di Cal Kestis. Ciò che ha attirato la mia attenzione è il suo aspetto fisico: è un perfetto Pau’an, costruito attraverso le “indicazioni” originali di George Lucas.

Lo osservi per un solo istante e lo associ immediatamente, senza il minimo dubbio, agli abitanti di Utapau. Ha le tipiche caratteristiche somatiche degli alti e scarni umanoidi visti nella Trilogia Prequel. I suoi occhi sono scuri, la pelle grigia, sul suo volto scorrono righe che investono l’intera mappa facciale. Praticamente perfetto.

Star Wars: l’aspetto ambiguo del Grande Inquisitore

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Forse ho iniziato a farmi influenzare da alcuni pensieri critici recenti. Mi sto convincendo sempre più che c’è qualcosa che non funziona nella figura del Grande Inquisitore che è stata mostrata nella serie tv Obi-Wan Kenobi.

Il sospetto c’era anche prima: il confronto col personaggio visto in Star Wars Rebels aveva messo in evidenza differenze sostanziali. A tal punto da scatenare un acceso scontro di opinioni all’interno del fandom. La versione animata dell’ex Guardia del Tempio Jedi non differiva affatto dal modello di riferimento visto nei Prequel e in altre opere dell’universo espanso. Il suo aspetto era terrificante e corrispondeva alla descrizione che il sito ufficiale Starwars.com fa dei Pau’an:

“I Pau’an sono alti umanoidi di Utapau con un aspetto intimidatorio, inclusi denti frastagliati, unghie e pelle segnata.”

Un recente fumetto canonico lo ha mostra decisamente più “raffinato” nei tratti.

Lo ha “umanizzato leggermente”, pur conservando le righe sul volto e quei particolari occhi neri con le pupille impregnate di Lato Oscuro. La tipica testa allungata è meno accentuata, ma dà ancora l’impressione di essere un Pau’an tipico, con questo aspetto da Nosferutu deforme.

Cosa che non si può dire dell’edizione 3.0 introdotta nella serie tv di Disney+, realizzata da Deborah Chow. A prestare il volto al personaggio, in questo caso, c’è Rupert Friend. L’attore potrebbe essere anche quello giusto, poiché – senza trucco – assomiglia al Grande Inquisitore creato da Dave Filoni.

Rivestita da scomode protesi, pitturata con pennellate veloci di bianco, questa versione live-action è lontana un miglio dall’immagine ideale. A tal punto che ci si arriva a chiedere: ma uno dei due genitori era un umano?

La resa live-action non è perfetta e la cosa dispiace. Visto che in Lucasfilm un po’ tutti sanno cosa è un Pau’an ed esprimono molto bene il loro livello culturale in altre opere del nuovo canone. Nel caso di Rupert Friend c’è una certa approssimazione nel gestire il trucco. Forse, dipesa da esigenze sceniche o da richieste pervenute dallo stesso attore.

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Il suo codice genetico Pau’an sembra appena abbozzato. Gli occhi son gialli, ma non sono quelli dell’Inquisitore originale, che ha la sclera quasi completamente nera (un effetto visivo fantastico e originale). Le righe sulla cute sono appena accennate: scendono da capo “rotondo” e spariscono una volta terminata la fronte. Nel cartoon sono presenti in maniera più coerente e attraversano anche il mento.

Talvolta i truccatori si ritrovano costretti ad apportare modifiche per aiutare l’attore a sentirsi più a suo agio, nel caso di makeup pesante o presenza di particolari protesi facciali. Ma non sembra essere questo il caso. Sarebbero bastati piccoli accorgimenti, per onorare un prodotto televisivo di tale importanza. Una regista come Deborah Chow e tutti coloro che si occupano di supervisionare l’opera sono tenuti a pretendere un lavoro decoroso e in linea con la tradizione (lore).

Più guardo il personaggio di Jedi: Survivor più scorgo tutto ciò che c’è di sbagliato nella resa live-action del Grande Inquisitore: è visivamente scialbo, povero tanto quanto la sua caratterizzazione in questi episodi introduttivi. Rupert Friend non ha dovuto sforzarsi granché per interpretare la sua pacata e impostata cattiveria da ispettore superiore dei Sith. Quindi, una maggior cura di soli tre elementi basilari (testa, righe e occhi) non avrebbe mai potuto inficiare la prova attoriale.

Sito web creato il 28 marzo 2018 dall'Avv. Marcello Durante, docente di scrittura creativa a Lecce, appassionato di fumetti e Guerre Stellari.