Star Wars. La saga scritta da George Lucas ha introdotto sin da subito il tema della clonazione, fino a renderlo fondamentale.
La trilogia Prequel lo ha messo sotto i riflettori, dando importanza all’esercito dei cloni della Repubblica, divenuti uno degli strumenti di morte di Sheev Palpatine per distruggere i Jedi. Anche la trilogia sequel lo ha tirato fuori dal cilindro, accostando la pratica della clonazione alla “resurrezione” del Signore dei Sith Darth Sidious.
La clonazione è raccontata attraverso personaggi leggendari come Boba Fett, il capitano Rex (The Clone Wars, Rebels), ma anche attraverso altri secondari come il “figlio” dello stesso Imperatore (un clone scartato che ha generato Rey Skywalker).
Boba Fett: tutti i cloni diversi?
Un aspetto assai curioso riguarda la diversità di tutti questi cloni. Pur condividendo la stessa struttura genetica (totalmente o in parte), hanno un carattere del tutto diverso, riuscendo a distinguere benissimo come personaggi unici e mai come copia di altri.
L’esercito di cloni era composto da un numero incalcolabile di soldati “fratelli”, ma un po’ tutti dimostravano di essere individui distinguibili. E, forse, l’unicità non dipende solo dalle esperienze vissute: Boba e Rex non sembrano nemmeno “fratelli”, se teniamo in considerazione la loro storia. Forse, hanno qualche tratto in comune, come sta dimostrando la serie tv The Book of Boba Fett, che sta andando a mostrare un lato più sensibile del celebre cacciatore di taglie.
Altro esempio di “differenza estrema” tra cloni è quello rappresentato da Palpatine e il figlio. Quest’ultimo non appare malvagio, anzi è proprio un eroe, un martire che ha deciso di rinunciare alla propria vita, pur di combattere il Sith. Sulla carta sono persone uguali (quasi uguali), ma nei fatti “non si somigliano per niente”…
