Star Wars. Il maestro Yoda ha avuto una vita lunghissima. Ha conosciuto l’era dell’Alta Repubblica e l’era della Repubblica. Nel corso della sua carriera da Jedi ha avuto diverse spade laser, anche contemporaneamente (aveva le sue riserve). Dopotutto, ad un certo punto della sua esistenza, ha preferito mettere da parte le armi e continuare a sopravvivere facendo affidamento sulla forza.
Infatti, all’interno dei due film della Trilogia Originale – nel corso del suo esilio su Dagobah – George Lucas lo presenta come un Jedi “privo di spada laser”.
Lucasfilm, recentemente, ha voluto motivare quella scelta narrativa. Lo ha fatto in maniera didascalica, chiarendo un aspetto cruciale della caratterizzazione del grande maestro.
Star Wars: come Lucasfilm ha spiegato l’assenza di spada laser
La spiegazione è stata inserita nel fumetto Yoda la prova di Dagobah, pubblicato nel volume L’età della Ribellione – Eroi (targato Panini Comics), Questa storia racconta un episodio della vita del maestro Jedi, ambientato dopo Episodio III – La Vendetta dei Sith.
In un passaggio, molto profondo, viene spiegato il perché Yoda ha deciso di non brandire mai più una spada laser.
Il fumetto recita così:
“E in ogni caso ha scelto da molto tempo di non impugnare più un’altra spada laser. Come parte della penitenza. Per la superbia che condusse alla caduta del suo Ordine. Per la cecità che condusse al suo esilio. Per la vergogna di sapere che le conseguenze di quel fallimento devastano ancora oggi la Galassia. No, non brandirà mai più la lama di luce degli Jedi”.
Dunque, Yoda ha maturato una decisione così severa per punire se stesso. Si parla di penitenza. Il suo fallimento come leader dell’Ordine Jedi è stato troppo severo. La vergogna lo ha spinto a rinunciare a un simbolo importantissimo per la cultura Jedi.
Un comportamento che, in qualche modo, ricorda quello di Luke Skywalker in Episodio VIII – Gli Ultimi Jedi, che preferiva non avere più nulla a che fare con i Jedi.
