Star Wars: vi spiego come è avvenuta la resurrezione dell’Imperatore

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Star Wars. L’Imperatore Palpatine è presente in Episodio IX – L’Ascesa di Skywalker. In qualche modo è riuscito ad ottenere quello che si era promesso tanti, tantissimi anni prima: ingannare la morte. Per capire come è avvenuta la sua resurrezione è importante prendere in considerazione certi eventi canonici, che insistono proprio sul concetto di “immortalità come ossessione Sith”. Il tutto sarà alla base di una mia teoria, che può diventare uno spunto di riflessione.

Torniamo un attimo indietro nel tempo per rileggere quelle frasi chiave esclamate da Darth Sidious in Star Wars Episodio III – La Vendetta dei Sith:

a) Palpatine: Il lato oscuro della Forza è la via per acquistare molte capacità da alcuni ritenute ingiustamente non naturali.

b) Darth Sidious: Ingannare la morte è un potere che solo uno ha conquistato. Ma se uniamo le forze riusciremo a scoprire il segreto.

Ingannare la morte. Qualcosa che persino Darth Plagueis il Saggio non era riuscito a scoprire.

c) Palpatine: Lo immaginavo. È una storia che i Jedi non raccontano. È una leggenda Sith. Darth Plagueis era un Signore oscuro dei Sith così potente e così sapiente da poter usare la Forza per indurre i midi-chlorian a creare la vita. Aveva tale conoscenza del lato oscuro che riusciva a impedire a coloro che amava di morire. Diventò talmente potente che l’unica cosa di cui aveva paura era perdere il suo potere. Cosa che alla fine gli accadde. Disgraziatamente, insegnò al suo apprendista tutto ciò che sapeva, e il suo apprendista lo uccise mentre dormiva. Che ironia. Salvava altri dalla morte, ma non salvò sé stesso.

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Darth Sidious durante il suo dominio ha continuato a studiare il Lato Oscuro, per cercare disperatamente di garantirsi l’immortalità o, almeno, la possibilità di governare la Galassia il più a lungo possibile. Per una questione di età biologica era condannato a perdere tutto nel giro di poco tempo.

In qualche modo, attraverso l’esperienza dei Sith del passato, sapeva che lo spirito dei Sith defunti era in grado di influenzare artefatti o, addirittura esseri viventi. Addirittura l’antico Sith Momin, prima di morire, attraverso il Lato Oscuro riuscì a inserire la coscienza (spirito) nel suo elmo. Miracolo innaturale appreso da Darth Sidious e, probabilmente, preso in considerazione per completare la sua ricerca sull’immortalità.

Star Wars Lord Momin

Sidious, nel periodo precedente alla Trilogia Originale, aveva individuato un’alternativa alla “cultura Sith” per ingannare la morte e la Forza. Lo abbiamo scoperto in Star Wars Rebels, quando ha cercato di tentare il force user Ezra Bridger per ottenere “invano” il controllo del Mondo tra i Mondi, una particolare dimensione della Forza che Dave Filoni ha descritto così:

“Non penso che sia propriamente un viaggio nel tempo. Non è un mezzo attraverso cui prendi una porta ed esci da un’altra in un momento diverso. Il mondo tra i mondi è uno spazio sulla conoscenza e dove apprendere la conoscenza. Come dice il lupo Dume, lì si trovano conoscenza e distruzione. Si può acquisire consapevolezza del futuro o dei futuri che potrebbero avvenire e vedere cose avvenute in passato. A volte si può alterarli ma è pericoloso farlo e quando lo si fa, non si sa se le cose non sarebbero comunque cambiate. Quindi la distruzione è l’altra metà della medaglia. Quando si prendono queste porte, si è a rischio di essere distrutti perché non si conoscono tutta una serie di cose che sarebbero potute accadere o altre che avrebbero potuto farlo in altro modo. Quindi è un gioco pericoloso perché non si può passare da una porta all’altra. E’ un’estensione delle abilità dei Jedi di percepire il futuro e il passato, come descritto ne L’Impero Colpisce Ancora” (traduzione da GuerreStellari.net).

Star Wars Mondo tra i Mondi L'Ascesa di Skywalker Sith Palpatine Episodio IX

Palpatine era anche un veggente, scrutava il futuro attraverso il Lato Oscuro ed aveva la consapevolezza di una sua fine imminente, dovuta alla presenza di Luke Skywalker. Lo dice Darth Vader al figlio:

Darth Vader: u puoi sconfiggere l’imperatore, lui l’ha previsto!

In Episodio VI – Il ritorno dello Jedi, il Signore dei Sith fa capire chiaramente di avere un piano. Una mente eccelsa come la sua, dopotutto, non si limita ad un unico e solo piano e probabilmente ha sempre pronte delle alternative. Proprio perché sapeva, grazie al Lato Oscuro, di essere destinato ad una sconfitta.

Imperatore: Tutto quanto procede come avevo previsto.

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Il ritorno di Anakin Skywalker, provocato dalla presenza stessa di Luke Skywalker e dalle scelte del ragazzo, rendono reale il grande incubo di Sidious: la morte. E morte è stata, al 100%.

La conferma della morte definitiva la troviamo nel fumetto canonico Star Wars L’Impero a Pezzi. L’Imperatore, non va dimenticato, è un grande calcolatore: con una pazienza mastodontica ha distrutto la Repubblica, l’Ordine degli Jedi e creato l’Impero Galattico. La sua morte non poteva essere affatto la conclusione del suo piano. Come detto, aveva previsto l’avvento di Luke Skywalker e dopo un ventennio di dominio incontrato aveva visto il suo Impero deteriorare. Sapeva che quel ragazzo, venuto dal nulla, avrebbe influito sulla sua storia personale. Ha provato a contrastare in tutti i modi la Forza e gli Skywalker, ma ha perso. Come viene svelato nel fumetto l’Impero a Pezzi, nel corso degli anni aveva capito che doveva programmare (in un modo o nell’altro) le conseguenze della sua dipartita, studiando e mettendo in pratica un piano post mortem di ricostruzione del suo Impero.

Così, subito dopo la distruzione della seconda Morte Nera e la sua dipartita, si sono attivati i suoi Messaggeri Imperiali (droidi quasi autonomi, con una “coscienza” simile alla sua) che hanno scatenato l’Operazione Cenere, tentando di continuare la guerra ad oltranza, ma soprattutto di distruggere Naboo, il pianeta d’origine dello stesso Palpatine. L’Imperatore aveva creato questi Messaggeri per dirigere l’Impero dopo la sua morte, fino ad un momento particolare, che è stato rivelato nei romanzi canonici della Trilogia Aftermath, scritti da Chuck Wendig.

In questa seconda fase del piano nasce il Primo Ordine, destinato a seminare i semi del nuovo Impero nella Galassia.

L’Imperatore quando era in vita aveva intuito che il suo Impero era imperfetto e aveva deciso di distruggerlo completamente dopo la sua scomparsa. E così ha fatto, scegliendo il pianeta Jakku come sede di un’auto distruzione totale, nella quale trascinare anche i suo stessi nemici (la Ribellione che aveva fondato la Nuova Repubblica). Infatti, in Star Wars Episodio VII – Il Risveglio della Forza vediamo Jakku essere diventato il cimitero della Flotta Imperiale.

Perché distruggere quella Flotta? Perché selezionare dei “prescelti” per spedirli altrove? Una risposta c’è e risale addirittura al 2015, quando nel libro Lost Stars di Claudia Gray ci viene fatto capire che l’Imperatore aveva individuato qualcosa di molto particolare nelle Regioni Ignote. E proprio qui, abbiamo scoperto, che c’era qualcosa di oscuro e molto potente: Exegol, un pianeta dei Sith.

La Trilogia di Aftermath si conclude con i superstiti dell’Impero che eseguono il Primo Ordine e abbandonano la Galassia per dirigersi verso le Regioni Ignote, dove c’era qualcuno di misterioso ad attenderli. Perché nelle Regioni Ignote stava già nascendo qualcosa di imponente. Praticamente, la ricostruzione del nuovo Impero era iniziata, lontano da occhi indiscreti e, come abbiamo visto, è durata tantissimi anni.

Tutto questo fastidio per regalare un nuovo Impero (perfezionato) a qualche fedelissimo o per una semplice vendetta indiretta? Macché! Il più grande egoista della storia di Star Wars aveva scoperto come sfruttare i poteri di Exegol per ingannare la morte, così da poter tornare più forte di prima, con una struttura ancora più devastante e schiacciare per sempre la Galassia, senza più forme di resistenza. E Luke Skywalker era ancora un suo grande problema!

Tralasciamo un punto focale della Trilogia Sequel come l’uso del Primo Ordine e di Snoke per preparare il terreno per il ritorno, o il tentativo di distruggere Luke Skywalker ed il futuro degli Jedi avvelenando la mente di Ben Solo, per tornare a parlare più tecnicamente della resurrezione.

Star Wars Kylo Ren Snoke Conflitto Tradimento

Sempre nella Trilogia di Aftermath ci è stato spiegato che Palpatine aveva istruito alcuni consiglieri più fedeli, che hanno tentato di effettuare dei rituali Sith per permettere la sua resurrezione.

Yupe Tashu, presentato come un cultore Sith, era stato uno dei consiglieri più vicini all’Imperatore e potrebbe aver messo in moto proprio il meccanismo per far ritornare Palpatine attraverso un rituale Sith, celebrato in un Osservatorio Sith su Jakku.

In questo strano rituale vengono utilizzati una maschera Sith e un Holocron. Tashu credeva ciecamente in quello che stava facendo, come racconta questo passaggio del libro, dove Tashu dialoga con un altro personaggio fedele a Sidious, ma scettico sulla sua resurrezione:

“Sì”, rispose Tashu, voltandosi. Aveva i denti macchiati di sangue e stava piangendo. “Palpatine è sopravvissuto. Lo incontreremo nell’oscurità. Tutto è andato come aveva previsto il nostro Maestro. Ogni cosa ha seguito il suo grande piano. E ogni sacrificio è stato compiuto”.

Non ancora, pensò Rax.

“Devi indossare le vesti dell’oscurità”, disse Rax. “Finché non avremo trovato Palpatine e lo avremo riportato in vita, reincarnando la sua anima, sarai tu a portare il mantello del Lato Oscuro”. Ovviamente era una menzogna. Rax non credeva ad una sola parola, ma era fondamentale per convincere Tashu. Le menzogne, in fondo, erano guinzagli: bastava dare uno strattone ogni tanto per costringere a obbedire chiunque se le fosse bevute.

E quel matto di Tashu se l’era bevuta perché i matti credevano sempre in quello che confermava la loro visione della galassia. Tashu era convinto che ogni cosa appartenesse al Lato Oscuro e che Palpatine non fosse soltanto il leader dell’Impero, ma di ogni essere vivente nella galassia. Secondo lui, quel rito avrebbe riportato in vita il Signore Oscuro.

Tashu e Rax avevano trovato un’altra Sala del Trono dell’Imperatore proprio sul pianeta Jakku e proprio qui si stava svolgendo la misteriosa cerimonia per riportare in vita Palpatine.

Quel rituale su Jakku forse non è andato a buon fine, ma a questo punto qualcosa di simile è stato ripetuto su Exegol, il pianeta dei Sith, dove Sidious è riuscito in qualche modo a tornare in vita. Il ritorno in vita, è bene precisare, è avvenuto solo nel finale di Star Wars Episodio IX – L’Ascesa di Skywalker. Prima della resurrezione lo spirito di Sidious, inserito in un corpo morto, ha tramato nell’ombra, in attesa di ottenere il “l’arma finale per ingannare la morte”: Rey. Ha agito grazie a Snoke, ma anche grazie al suo Allegiant General (Enric Pryde), a tutti i fedeli del culto Sith, ai suoi scienziati (esperti anche in clonazione) ecc… E non scordiamo il ruolo di Thrawn in tutto questo, che ha permesso a Sheev Palpatine di scoprire Exegol, fonte di potere oscuro assoluto.

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Star Wars: la teoria sul ritorno dell’Imperatore

Il riassunto proposto è composto da tasselli canonici. Tutti questi tasselli sono sufficienti per ricostruire (con un piccolo sforzo di immaginazione) le fasi segrete della rinascita di Darth Sidious. Il film Star Wars L’Ascesa di Skywalker non approfondisce il come, ma mette in evidenza certi elementi sin da subito: tecnologia avanzata Sith, camere di clonazione e il Lato Oscuro.

Darth Sidous lo dice chiaramente che non è vivo e che quel corpo è morto. Fa capire, inoltre, che ha bisogno di ben altro per tornare in vita e che quel che vediamo (un cadavere animato) è frutto anche dell’uso estremo del Lato Oscuro.

Quindi, cosa è successo veramente? Qualcuno su Exegol avrà portato a termine un rituale Sith simile a quello tentato/effettuato dal consigliere Yupe Tashu nell’Osservatorio Sith di Jakku. Probabilmente proprio su Jakku lo spirito di Darth Sidious è stato “strappato dalla morte” e indirizzato poi nel suo cadavere, alimentato attraverso la tecnologia.

Il corpo di Sidious infatti non è vivo, ma solo animato dal suo spirito. Probabilmente è stato “rattoppato” con l’uso di tessuti clonati, ma questo non è un punto che ci interessa analizzare.

Dunque, attraverso un rituale Sith ed il Lato Oscuro lo spirito di Palpatine è stato riportato nel suo corpo, un po’ come decenni prima il Sith Momin era riuscito a fare. Animare un cadavere non equivale ad una resurrezione. L’Imperatore aveva assolutamente bisogno di un corpo vivo e, da quel che si intuisce, force user e con il suo stesso DNA.

Ed è qui che entra in gioco Rey, destinata ad ospitare il corpo del nonno. Perché Palpatine non ha clonato se stesso? Quasi sicuramente gli esperimenti di clonazione del suo stesso corpo non sono andati a buon fine (un clone non “eredita” per forza la connessione con la Forza). Inoltre i cloni in Star Wars hanno uno sviluppo precoce e forse non adatto a contenere lo spirito del Sith. Quindi ogni esperimento di clonazione potrebbe essere stato accantonato, in attesa di individuare la ragazza.

Il piano del Sith è abbastanza chiaro, ma la resurrezione è avvenuta, per un breve periodo, in maniera del tutto diversa: l’energia vitale della diade formata da una Palpatine (Rey) e da uno Skywalker (Ben Solo) ha praticamente riportato in vita il cadavere di Sidious, legandolo nuovamente e in maniera definitiva al suo spirito. Fino al colpo finale inflitto dalla Luce, che ha spazzato definitivamente il corpo e lo spirito del Signore dei Sith, travolgendo tutto il suo nuovo Impero, stroncando così il suo Ordine Finale.

Sito web creato il 28 marzo 2018 dall'Avv. Marcello Durante, docente di scrittura creativa a Lecce, appassionato di fumetti e Guerre Stellari.