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Star Wars: la lettera d’amore di un fan “non interessato a Guerre Stellari”

Star Wars Episodio IX Ascesa di Skywalker Recensione parere voto

Star Wars. Sul nostro gruppo Italian Community è comparso il commento di un utente chiamato Marco Paoletti, che vi riproponiamo integralmente sul nostro sito web perché lancia un messaggio particolare. Questo ragazzo ha parlato della saga di Star Wars in maniera diversa dal solito, confessando una mancanza di interesse verso tantissimi aspetti di Guerre Stellari. Ha fatto premesse che possono anche far storcere il naso, ma che ci ricordano il grande potere che possono avere le storie, le fiabe le leggende. Buona lettura!

Di Marco Paoletti:

SPOILER VERSO LA FINE PER CHI NON HA VISTO IL FILM

A me non frega una mazza di Star Wars.
E allora perché “sfracagni le palle” every day?
Perché la questione non riguarda 3 o 9 film invecchiati, infantili o sbagliati. La questione riguarda un ideale punto di arrivo.
Quando guardo un film, o leggo un libro o un fumetto, quando guardo un disegno non ufficiale, un meme o un corto indipendente, quando leggo una critica cinematografica o una battuta io fondo tutto in un unicum all’interno di un Universo che si spinge oltre i confini dell’Orlo Esterno. Oltre l’ignoto.
Ogni nuovo abitante, la sua lingua, il suo pianeta, la sua storia va a fare luce su una realtà che trascende la trama di un singolo film. L’idea che tutto deve essere scomposto e studiato per funzionare alla perfezione secondo la logica è un concetto a me ignoto fino al mio arrivo sui social. E per me inutile. Perché la vita non sarà mai perfetta, quindi cosa la può rappresentare meglio di un Immaginario Universo romanzato pieno di errori?
Quello che davvero conta è il quadro d’insieme. La profondità di campo. È l’Universo in se. È il mito stesso, il suo archetipo.
Fin da piccolo, caratterialmente, sono sempre stato portato a sbagliare tutto e a ricercare istintivamente una spiegazione, e quindi un insegnamento, nella realtà circostante che in quel dato istante della mia vita rappresentava il mio mondo. Persone, eventi, libri, film ben lontani e più reali di Star Wars mi sono apparsi come una naturale fonte di conoscenza da cui trarne un valore. Una navicella spaziale tra un pianeta ad un altro, tra un Sistema e il prossimo, allargando sempre i confini della Galassia conosciuta.
Per quanto ho imparato molto in luoghi più reali, Star Wars però ne rappresenta l’archetipo più riuscito. Abbiamo la stessa età e in modo diverso, in ogni periodo della vita, ci ho visto qualcosa. Badate bene, non “mi ha lasciato qualcosa” ma ce l’ho vista io. Io ho scelto di vederci qualcosa. Perché agli eventi della nostra vita siamo noi a dare il significato che vogliamo, che ci serve o crediamo ci serva. Scegliamo di fermarci di fronte al dolore o di usarlo a nostro vantaggio, scegliamo di amare o odiare.
Sono le scelte che definiscono chi siamo. Ma badate bene, le scelte, non il risultato. È il viaggio che ognuno di noi compie che conta. Ed è lo stesso per chiunque. Il viaggio dell’uomo. Da sempre. È stato presente nei secoli in tutte le diverse culture e religioni. Col tempo si è tramutato in mito e il mito in leggenda. La stessa, nelle sue diverse forme che, mantenendo sempre la stessa sostanza, si è strutturata fino a diventare, appunto, un archetipo.
Il viaggio dell’eroe.
Un percorso di crescita interiore che compiamo tutti quando dal nostro mondo, la nostra città, la nostra famiglia sentiamo il bisogno di staccarci, con dolore, per confrontarci con un universo sconosciuto. Un mondo da dove partiamo con i nostri sogni e le nostre ambizioni, per poi finire in tutt’altro luogo, ma con un’unica certezza, che lentamente, tra fallimenti, sofferenza e dolore, scopriamo chi siamo.
Ed è su questo viaggio, anzi sul viaggio dell’eroe di Campbell, che Lucas ha plasmato il suo sogno, il suo Universo.
Per questo Star Wars rappresenta il perfetto archetipo della vita di tutti. Ne è la rappresentazione cinematografica, o romanzata se vogliamo, che più le si avvicina per dimensioni.
Io non riesco a ricordare, e non ce n’è bisogno, dove e perché Luke, Anakin o Leia mi hanno accompagnato in un tratto della mia vita. Fanno parte del passato, hanno esaurito il loro compito e ne conservo un dolce e appassionato ricordo come di amici meravigliosi che porterò, e porto tuttora, nel cuore.
E in questo viaggio alchemico (Coelho grazie lo stesso) che si ripete all’infinito ho trovato un nuovo amico. Kylo Ren.
Siamo nati insieme 6 anni fa. Entrambi confusi e dolenti tra un proprio passato che ci ha tradito e un futuro così desiderato da risultare opprimente. Abbiamo percorso insieme una strada costruita sulla paura, la rabbia e, infine, dal fallimento. Abbiamo cercato di allontanare le persone che ci volevano bene al punto da ritrovarcele come avversarie. Siamo caduti e abbiamo trasformato i nostri fallimenti, le debolezze e le cicatrici in Forza, ricucendole attraverso una nuova consapevolezza, un nuovo Noi. Che bella metafora l’elmo riassemblato come nell’antica arte giapponese a evidenziare che non è la purezza della perfezione la fine del viaggio, ma l’accettazione dei nostri errori, evidenziati con orgoglio da lucenti striature rosse, il primo passo verso una nuova consapevolezza.
Ribadisco a me di Star Wars, delle sue astronavi, i vestiti fighi, i pupazzi colorati, i buchi di trama, frega il giusto e l’onesto, ma ho scelto di vederci un bellissimo viaggio emozionale, dove imparare, con Kylo Ren, anzi Ben Solo, che alla fine puoi trovare la tua strada.
E che la fine di quella strada porta alla pace.
Perché la morte è non sconfiggere mai