J.J. Abrams e i segreti degli Skywalker nell’intervista a Rolling Stone

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Skywalker è il tema centrale di Star Wars Episodio IX. Ne ha parlato in un’intervista a Rolling Stone il regista J.J. Abrams, che ha detto la sua sulla grande sfida di mettere la parola fine alla saga, sulle criticità mosse dai fan e sul rispetto della visione di George Lucas. Qui di seguito vi riassumiamo i punti più interessanti della sua intervista.

Abrams ha raccontato di aver affrontato sfide molto particolari. Soprattutto perchè ha diretto persone che nella scena non sono umane, ma soprattutto perché si è ritrovato a realizzare altre scene con una persona che non vive più. La sfida più dura doveva essere quella di chiudere la saga, invece ha dovuto affrontare in maniera rispettosa la tragica scomparsa di Carrie Fisher (ricordiamo che Leia è ancora in vita dopo Episodio VIII).

J.J. Abrams, rispondendo alle domande ha descritto Episodio IX – L’Ascesa di Skywalker come un film più ambizioso del Risveglio della Forza. Questo perché è un finale e non un inzio. E non la fine di una Trilogia, ma di tre Trilogie. Lo considera il progetto più stimolante della sua carriera. Ha precisato che il suo film va considerato a tutti gli effetti la fine e che questa è la Trilogia finale. Non può dire cosa avverrà dopo, se qualche personaggio verrà ripescato. Per lui Episodio IX è da considerarsi un finale a tutti gli effetti.

Quando ha letto la prima bozza degli Ultimi Jedi di Rian Johnson gli è scappato un sorriso, perché era frutto della sua interpretazione. Ha seguito il lavoro di produzione, come fosse un membro del pubblico ed alla fine ha apprezzato le scelte fatte, perché diverse da quelle che avrebbe fatto lui come regista.

La sorpresa più grande di tutte in Episodio VIII secondo lui è la figura oscura di Luke. Una cosa che ha considerato inaspettata, che ha stravolto le aspettative di tutti e che considera un punto forte e vincente della pellicola. Inoltre si è divertito molto a vedere come Rian Johnson sia riuscito a scrivere situazioni imprevedibili: “le cose che accadono in quel film non sono le cose che pensi accadranno”. I cambiamenti apportati da Rian però non hanno stravolto quello si è sempre immaginato per il finale di questa saga.

Con Episodio IX ha cercato di essere coerente con la saga di Lucas, per onorare ciò che è accaduto prima, facendo qualcosa di inaspettato. Il suo film deve sembrare un pezzo di un puzzle, ma avere anche un’importanza autonoma.

Ha voluto realizzare una storia buona, di quelle che fanno venire voglia di capire cosa sta accadendo veramente, cosa c’è dietro a tutto. Lui continua a immaginare un bambino che guarderà questi nove film tra cento anni e quindi deve trovarci un senso di inevitabilità e continuità. Non sarà però un racconto scontato, perché nel film ci sono cose folli e cose che lui adora.

A proposito di Rey, ha detto che l’idea era quella di presentare una donna che era giovane, potente dalla nascita, con una morale innata, buona, ma costretta a confrontarsi con un mondo che da sempre la costringe a difendersi. L’idea di sviluppare la trama intorno ad una ragazza è stata presa in considerazione sin da subito, anche dalla stessa Kathleen Kennedy. Questo perché la storia di un giovane eroe era stata già raccontata. Serviva qualcosa di nuovo e diverso.

Il Risveglio della Forza è stato criticato per le similitudini con la Trilogia Originale. Critiche che accetta volentieri perché rispetta le idee altrui. Ma aveva bisogno di dare continuità alla storia di Luke Skywalker, attraverso una donna che considerava Luke un vero e proprio mito. Inoltre c’è realismo nel suo film, perché la storia si ripete anche nella nostra realtà. Nella Galassia di Star Wars, a suo dire, è ancora un mondo dove la lotta tra il bene e il male continua, dove si vive all’ombra di ciò che è accaduto prima e sono alle prese con i peccati dei padri e delle persone che sono venute prima. La sua non era una commedia nostalgica, ma un vero e proprio ritorno in una Galassia con certe caratteristiche.

Abrams ha parlato anche di un’altra critica: l’aver messo un po’ da parte i vecchi eroi come Luke, Leia e Han Solo. Lui crede che si poteva raccontare una storia con i tre protagonisti assoluti, ma ha preferito usarli a supporto di una storia nuova. Però trova grandioso l’amore del fandom verso questi eroi. Apprezza anche i più critici e cinici, che alimentano il dibattito intorno a ciò che amano. Di sicuro ha voluto concretizzare una cosa fondamentale: i personaggi nuovi si sentono legati a quelli storici.

Sa che George Lucas ha avuto problemi con la nuova Trilogia, ma per lui prova solo gratitudine. Sa che è dura per George accettare di “lasciar andare” il bambino che ha creato e fatto crescere. Il denaro incassato non lo ha reso veramente felice per questa scelta, perché è qualcosa di più complicato. Dopotutto è stato sempre gentile con lui e super generoso.

Si sono incontrati prima di realizzare Episodio IX – L’Ascesa di Skywalker ed hanno parlato di tonnellate di idee e di storie diverse. Hanno voluto interpellare Lucas per tutto ciò che era importante. E si sono impegnati ad aderire ad alcuni aspetti della storia che erano fondamentali per lui.

Su Rey, il regista fa notare che non è un caso che questa ragazza è dotata più del dovuto, come se fosse un potente Jedi, che è in grado di imparare velocemente tutto, forse più velocemente dello stesso Luke Skywalker. E’ qualcosa che ha definito inquietante, ma è un punto focale della storia, non un incidente.

Quest’ultimo passaggio su Rey è molto delicato, per questo vi riportiamo la domanda del giornalista e la risposta di Abrams in lingua originale.

One thing you hear from people is that the character of Rey feels preternaturally gifted, even for a Jedi — that she learns things faster than, say, Luke Skywalker ever did.
Yeah, spooky, right? [Smiles] It’s a fair point. It’s not an accident.

Sito web creato il 28 marzo 2018 dall'Avv. Marcello Durante, docente di scrittura creativa a Lecce, appassionato di fumetti e Guerre Stellari.