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Star Wars: il significato dei duelli di Luke Skywalker. Da Vader a Kylo Ren

Star Wars duello Luke Skywalker Snoke Edit Hub

Star Wars. E’ cosa risaputa che diversi fan avrebbero preferito assistere ad un vero e proprio duello fisico tra Luke Skywalker e Snoke in Star Wars Episodio VIII. Anche numerose teorie, prima del film Gli Ultimi Jedi, parlavano di un maestro Jedi “recuperato dall’esilio” e spinto a lottare con il Leader Supremo per sconfiggerlo definitivamente.

La storia non è andata affatto così, poiché Snoke si è rivelato un personaggio utile a spingere Ben Solo/Kylo Ren verso un gradino più alto. Sulla questione “duello tra Luke e Snoke” vi dico come la penso, nel pieno rispetto delle idee altrui.

No, non avrei gradito la spettacolarizzazione della figura del Jedi al fine di mettere in mostra la sua forza fisica, le sue capacità, la sua padronanza della Forza o le sue abilità combattive. Ho sempre considerato questo aspetto della saga secondario, per un motivo ben preciso.

George Lucas e l’utilizzo dei duelli in Star Wars

George Lucas, nell’illustrare il percorso di crescita di Luke inserisce vari confronti con i Sith, che non sono quasi mai finalizzati ad accentuare l’aspetto “action” dei film. Nella Trilogia Originale vediamo questo ragazzo ingenuo, con un cuore enorme trovarsi spesso faccia a faccia con i rappresentanti del Lato Oscuro. In particolare, lo vediamo confrontarsi con Darth Vader, in una danza fatta di parole e colpi di spade laser.

Questi suoi duelli possono divertire ed entusiasmare, lo fanno sicuramente. Migliorano il lato estetico della pellicola, il ritmo, appagano lo spettatore che cerca l’azione in un film di questo genere. Dopotutto, restano un aspetto di Guerre Stellari strumentale al reale intento di George Lucas: raccontare una fiaba con una morale potente. In effetti, la saga non esalta la violenza, ma la critica mostrando le conseguenze di ogni scelta sbagliata e rifiutandola in un finale dove l’eroe raggiunge lo stato di purezza quando mette da parte la spada, per dar spazio al sentimento.

Luke da Dagobah alla realtà. “Io sono tuo figlio”

Le battaglie vissute in prima persona da Luke Skywalker sono lezioni di vita, incluse quelle surreali, come accaduto su Dagobah, quando è bastata una visione del Lato Oscuro per svelarne le paure e una possibile conversione maligna. Perché nessuno è al sicuro dalle cattive tentazioni…

Nel primo duello con Darth Vader (Episodio V – L’Impero colpisce ancora) il giovane Luke viene spezzato, fisicamente e moralmente: la scoperta di essere figlio di tutto ciò che combatte è un trauma doloroso. Anche qui Lucas utilizza il confronto per farci assistere ad una evoluzione del personaggio e svelare una qualità fuori dal comune: Luke comprende che nella vita bisogna andare oltre le apparenze, oltre il rancore e la rabbia. Impara ad ascoltare e si muove con la sua luce nell’oscurità di un uomo caduto, alla ricerca dei reali sentimenti di quel padre – Anakin Skywalker – sepolto ormai da tempo, per motivi ben noti. Una svolta totale per la saga e per i due protagonisti. Da un punto di vista narrativo Anakin che invoca Luke e riceve in cambio un briciolo di tenerezza da parte del figlio è cruciale per il finale della Trilogia Originale. Il duello precedente è un pretesto per creare il dialogo.

Il cuore di Episodio VI – Il Ritorno dello Jedi sono, ancora una volta, i duelli tra Darth Vader e Luke Skywalker e quello tra Darth Sidious ed il giovane. Mai – lo sottolineo con convinzione – George Lucas costruisce questi passaggi per rendere più accattivante il conflitto galattico. Al contrario, la guerra finisce per una battaglia che si combatte su un piano tutto diverso, che è quello psicologico (non fisico).

Lo scontro memorabile tra Darth Vader e Luke Skywalker, che si interrompe con il massacro del Sith per mano del figlio rabbioso serve per far capire al pubblico tutto il potenziale negativo di un ragazzo che si è messo alla prova, rischiando di non superarla. Il luminoso e positivo Luke stava per abbracciare l’oscurità e mettere fine alla vita di quell’uomo che, di nascosto e da lontano, lo invocava per abbracciarlo. Il tutto è andato per il meglio, perché qui assistiamo al secondo punto di svolta clamoroso della saga: il rifiuto del Lato Oscuro, non solo a parole. Abbiamo visto Luke fermare l’ira, la rabbia e la violenza per non diventare l’ombra di se stesso e la copia “peggiore” di quel mostro che aveva appena abbattuto, per amore di sua stessa sorella Leia Organa.

In pochi colpi di spade si nasconde un mondo fatto di pensieri, riflessioni, emozioni, sogni e speranze.

Star Wars si conclude con l’ennesima crescita mastodontica del suo protagonista, dopo l’ennesima prova di forza di spirito. Il dialogo finale tra Luke e l’Imperatore Palpatine è il manifesto della filosofia di George Lucas. Il giovane “Jedi” non userà la violenza per rivolgersi al male, non abuserà dei suoi poteri, della Forza, della spada laser per mettere fine al conflitto galattico. Parlerà semplicemente al cuore del padre Anakin, sacrificando se stesso, accettando il dolore e la morte. In questi istanti è uscita fuori tutta la superiorità di Luke come essere umano giusto e dall’anima vigorosa. Ogni duello narrato fino a quel momento trasporta il messaggio primo e finale di George Lucas, che ha ribadito nel corso del tempo: Star Wars è una fiaba per i giovani che stanno per affrontare le difficoltà del mondo, affinché trovino la forza per cadere sempre in piedi e fare le migliori scelte.

Luke contro se stesso: da Jedi a maestro vero

Per quanto premesso, una sfida finale tra Luke Skywalker e Snoke, per mettere fine alla vita del Leader Supremo del Primo Ordine, non avrebbe avuto alcun senso. Nella nuova Trilogia Luke è chiamato ad una sfida nuova: capire se stesso nel ruolo di maestro. Non è più un ragazzo ingenuo, ma è un uomo che ha provato a costruire qualcosa di grande, ma ha visto il suo sogno infrangersi nel peggiore dei modi. Aveva la responsabilità di tanti giovani, del suo stesso problematico nipote e ogni speranza è stata sepolta tra il fuoco ed il sangue. Il Luke Skywalker adulto ha dovuto affrontare un percorso ancora più cruento: trovare la forza di rialzarsi dal proprio fallimento. Lo ha fatto, a fatica, trasformandosi definitivamente nella leggenda di cui tutti parlavano, ma che pochi conoscevano veramente. Perché dietro la leggenda c’era un uomo, con le sue paure, le sue fatiche, le sue scalate e cadute. Oggi qualcuno può raccogliere finalmente la sua grande eredità, prendendo in considerazione il suo esempio di essere umano e non di mito. Finalmente può trasmettere ciò che ha imparato credendo in se stesso, con lo stesso entusiasmo dei tempi perduti…

In quest’ottica si inserisce il duello finale tra Kylo Ren e Luke Skywalker, che non è un espediente per aggiungere azione o evidenziare la spettacolarità dei confronti tra force user. E’ l’ennesima lezione di vita, ma questa volta data da un maestro cresciuto all’allievo caduto.

Luke affronta il nipote Ben Solo sacrificando se stesso, senza violenza alcuna, mettendolo di fronte alla verità: il suo cuore soffrirà per sempre per quello che sta costruendo e i fantasmi del suo passato non lo abbandoneranno mai, non per odio e rancore, ma per amore. Luke Skywalker non duella, si difende da aggressioni rabbiose, e svanisce, ma non nel nulla, ma affidandosi alla Forza, raggiungendo ogni cosa. Il suo nuovo potere è essere il “verbo”, essere l’idea che supera la spada nel colpire l’avversario. Questo è un vero duello lucassiano, un duello pieno di significati, che tramanda valori, che arricchisce lo spettatore e fa crescere i personaggi.

Luke è uscito a testa alta, vincendo la sua battaglia più grande, quella contro se stesso.

L’immagine introduttiva è un fotomontaggio creato da Star Wars Edit Hub.