Star Wars: perché Jar Jar, droidi e Ewok sono arte di Lucas allo stato puro

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STAR WARS. Il fandom, pur dichiarando di amare Guerre Stellari, non sempre riesce ad accettare pienamente l’arte di George Lucas. E’ un dato di fatto, visto il destino subito da un personaggio come Jar Jar Binks che è stato “accantonato” e messo in disparte per la ribellione di chi ha una visione “più cupa” della saga.

Jar Jar Binks, così come gli Ewok, i droidi, i personaggi più strani e bizzarri che abbiamo visto nella Trilogia Originale e Prequel, sono un simbolo della vera arte di George Lucas. Rappresentano la sua libertà creativa, il suo essere, la sua visione del mondo, quella magia che vaga nella sua testa e che è una perenne celebrazione dell’infanzia.

L’autore parla delle difficoltà dell’esistenza, di corsi e ricorsi storici drammatici, ma non può far a meno di introdurre il tutto con elementi di beffeggiamento verso quei poteri oscuri che opprimono la libertà dell’uomo e la giustizia. I suoi “pupazzi e giocatoli parlanti” sono la chiave per demolire il male: rappresentano la sua risata, quasi isterica, che ritiene l’antidoto ideale ai problemi della vita. L’infanzia che prevale sui meccanismi intricati e tediosi dell’età adulta; una fanciullezza goliardica usata come colpo di spugna sulla cattiveria di certi sistemi legati al potere assoluto. Per questo gli Stormtrooper hanno una mira indecente, pur essendo l’esercito di un Impero ventennale governato dal più grande genio criminale di sempre…

Dunque un personaggio come Jar Jar Binks è Star Wars al 100%, quello vero, non quello che vive nella testa dei fan. Perché un film senza l’ironia, l’allegria, la giocosità di Lucas, senza le sue “sciocchezze fuori luogo”, è un Guerre Stellari a metà. Probabilmente una pellicola come Rogue One: A Star Wars Story ha passaggi narrativi più seriosi e meno fastidiosi: rispetta più l’ideale di Star Wars sviluppatosi nella mente di una grossa parte del fandom, che l’ideale dello stesso creatore.

Star Wars – Jar Jar fa parte della perfezione intesa dal creatore

Star Wars è anche buffo, a volte quasi stupido, spesso provocatorio verso gli stessi spettatori. Ha talmente tanti elementi grotteschi che negare questo aspetto è uno schiaffo in faccia al creatore della saga e all’intera opera. Si può essere fan di una “parte” di Guerre Stellari e ripudiare determinati elementi, ma in questo caso lo si deve fare con la consapevolezza che manca un amore globale verso la perfezione dell’opera. Un’opera è perfetta quando il suo autore può esprimersi liberamente e parlare di se stesso e della sua visione del mondo senza ascoltare i borbottii degli scontenti. Per una questione “commerciale” anche George Lucas ha dovuto fare i suoi passi indietro.

Però ha potuto togliersi tante soddisfazioni: in apertura della Trilogia Originale sceglie due droidi buffi (R2-D2 e C3-PO) come eroi della Galassia. I loro dialoghi sembrano stonare in uno scenario di guerra, in un contesto serio e maturo. Invece, lui ci punta i riflettori addosso, più del dovuto, rendendoli pedine chiave per la sconfitta del male. La “prima passeggiata” dei due su Tatooine, lunga e piena di dialoghi elementari, è una vera e propria dichiarazione di identità da parte di Lucas: questo è Star Wars. Jar Jar Binks è Star Wars.

E George non ha mai smesso di farlo capire. Il suo episodio preferito di tutta la serie televisiva The Clone Wars, non a caso, è A Sunny Day in the Void (Giorno di sole nel nulla). In questa puntata i veri protagonisti sono proprio gli astrodroidi, con le loro peripezie, le loro scelte bizzarre, i loro suoni strambi,  le loro forme atipiche e inadatte, i colori accesi…

Sito web creato il 28 marzo 2018 dall'Avv. Marcello Durante, docente di scrittura creativa a Lecce, appassionato di fumetti e Guerre Stellari.