Star Wars: il mito dai mille volti – Intervista all’autore Andrea Guglielmino

Star Wars: il mito dai mille volti (un saggio di antropocinema) è il nuovo saggio scritto da Andrea Guglielmino

Star Wars: il mito dai mille volti (un saggio di antropocinema) è il nuovo saggio scritto da Andrea Guglielmino, pubblicato dall’editore Golem Libri. E’ incentrato sull’immortale epopea di George Lucas; offre una rilettura alla saga come mito contemporaneo. Ripercorre le principali tappe attraverso cui tale mito è nato e si è andato definendo. L’autore ha trattato dei vari sequel, prequel, remake, spin-off, ecc. nello stesso modo in cui un antropologo o uno storico delle religioni tratterebbe le varianti di un mito folklorico di qualche popolazione antica. Inoltre, Contiene una prefazione è di Oscar Cosulich (giornalista per Il Mattino e L’Espresso, condirettore artistico del Future Film Festival e collaboratore di varie testate di settore).

Per scoprire meglio i contenuti dell’ultima fatica di Guglielmino, lo abbiamo contattato. L’autore si è reso disponibile per un’intervista. Qui sotto potete leggere tutte le sue interessanti risposte. Per acquistare il libro e per altre informazioni cliccate qui.

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Star Wars: il mito dai mille volti – Intervista ad Andrea Guglielmino

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Star Wars il mito dai mille volti un saggio di antropocinema libro Andrea Guglielmino

1)      Partiamo dal concetto di antropocinema. Puoi spiegare ai nostri lettori il suo significato? Il tuo libro, rispetto ad altri saggi, cosa offre di diverso nell’analisi del fenomeno Star Wars?

La definizione ‘Antropocinema‘ è un neologismo, unisce le due parole ‘antropologia’ e ‘cinema’ ed era il titolo del mio saggio precedente, pubblicato tre anni fa. Ha funzionato bene, era una parola misteriosa ma con un bel suono, che ha incuriosito i lettori. Il libro trattava le moderne saghe cinematografiche con lo stesso metodo con cui nelle discipline demo-etno-antropologiche e storico-religiose si studiano i miti antichi, ovvero mettendo a raffronto le varie versioni dello stesso mito per comprendere dove differiscono e, di conseguenza, aspetti fondamentali della società che quel mito lo produce. Raramente questo metodo è stato applicato al cinema, anche per una certa avversione accademica a sperimentare strade un po’ diverse dalle classiche tematiche tipiche di quell’ambito di studi, e meno che mai al cinema commerciale. D’altro canto, era comunque un lavoro pensato al di fuori di qualsiasi struttura universitaria, e dunque avevo fatto di tutto per renderlo scorrevole e piacevole anche per chi non aveva mai sentito parlare di antropologia fino ad allora, fornendo con l’analisi anche gli strumenti di base per poterla comprendere. Il successo è andato oltre ogni aspettativa, le copie sono presto esaurite ed il libro è stato ristampato più volte vincendo anche un premio prestigioso, il Domenico Meccoli Scriveredicinema edizione 2015. Naturale dunque voler proseguire il percorso, insieme all’editore Golem Libri, ma ci è sembrata un’idea più simpatica dare vita a uno spin-off (che in prospettiva potrebbe diventare il primo di una serie) più che a un vero e proprio seguito. Uno dei saggi di ‘Antropocinema’, quello conclusivo, era dedicato infatti proprio a Star Wars, ma avevo sempre lamentato di aver avuto poco spazio per una disamina completa di una saga così complessa, e inoltre la redazione del saggio era antecedente all’arrivo del materiale prodotto sotto l’egida Disney.

Aveva bisogno di un aggiornamento e così abbiamo pensato a un saggio monografico, più esile e di facile lettura, che offra agli appassionati della saga uno sguardo diverso su alcuni aspetti poco noti o poco notati, puntando soprattutto sulla continua tendenza della saga a riscriversi, rinnovarsi e rifondarsi in maniera quasi impercettibile, senza mai reboottare completamente, che è esattamente la caratteristica che hanno i miti tradizionali. Secondo una formula notissima consegnata dal grande studioso Angelo Brelich, infatti, il mito ha la funzione di ‘fondare’ quegli aspetti che la società produttrice del mito considera rilevanti. Ma per poter far questo, deve cambiare per potersi adattare ai vari momenti della Storia. Rispetto ad altri saggi, il mio offre una visione che mette al centro della trattazione il pubblico e la sua percezione, la sua influenza sullo sviluppo narrativo ed essenziale della serie e il suo rapporto con i creatori ‘ufficiali’, che si chiamino George Lucas o Disney. L’antropologia studia l’uomo e in questo caso, il ‘modello umano’ di riferimento è per me il fan di Star Wars.

2)      Il tuo è uno studio indirizzato solo ai fan o ai patiti di questo genere? Fuori da questo contesto, a chi ti rivolgi?

Come nel caso di ‘Antropocinema’ ho cercato di mantenere la trattazione scorrevole e piacevole. Il mio scopo non è perdermi in paroloni ma permettere a chi non conosce questo genere di studi di approcciarli attraverso qualcosa di familiare e divertente come può essere la saga di Guerre Stellari. Quindi non c’è sicuramente bisogno di essere esperti antropologi per apprezzarlo – senza contare che, nella disamina delle varie versioni del mito, che includono non solo i film ma anche le iterazioni parallele come libri, fumetti e videogiochi – escono fuori un sacco di curiosità. Certo, immagino che ad interessarsi saranno soprattutto quelli che già conoscono e amano la saga e magari hanno voglia di rimettere in discussione la propria percezione e guardarla sotto un’altra luce, per questo non ho ritenuto opportuno perdere troppo tempo dietro alla narrazione delle trame dei film o a cose scontate come la precedenza cronologica degli episodi I, II, III realizzati in anni successivi rispetto agli episodi IV, V, VI. Questo è un libro che approfondisce andando ad analizzare il mito dietro al mito e la leggenda dietro la leggenda. Ma conoscere prima la saga, almeno nei suoi punti essenziali, è quantomeno consigliato.

3)      Definisci Star Wars un “mito dai mille volti”. Vogliamo sapere il volto che preferisce Andrea Guglielmino, quello che considera imprescindibile per l’identità della saga di George Lucas.

Il titolo è un’idea dell’editore, che richiama volutamente ‘L’eroe dai mille volti’ di Joseph Campbell, più volte citato dallo stesso George Lucas come fonte di ispirazione. Devo dire che mi piace, è una citazione nobile e suona molto bene, ma il mio titolo era ‘il mito cangiante’, in relazione appunto al carattere di mutevolezza dei miti di cui parlavamo prima. Tornando alla domanda, mi verrebbe da rispondere ‘il volto di Jar Jar Binks’, giusto per fare un po’ di provocazione perché a me questo personaggio odiato da (quasi) tutti piace tantissimo, e lo stesso Lucas lo ha definito ‘La chiave di tutto’ in una leggendaria intervista. Ma scherzi a parte, non posso dire che ci sia un volto che ‘preferisco’, non quando faccio saggistica e non di ordine antropologico. In quel momento cerco di allontanarmi il più possibile dalla critica, ovvero dall’esternare agli altri quello che mi piace di più e quello che mi piace di meno, perché il mio punto di vista è irrilevante, a me interessa il punto di vista del pubblico, in quanto società produttrice di miti, quello del regista in parte (in quanto intermediario tra il pubblico e il mito, come se fosse un operatore sacrale che racconta antiche storie, ambientate tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, intorno al grande focolare che è il cinema) e soprattutto il punto di vista del mito stesso. Perché il mito, nel suo delinearsi e riformarsi continuo, sceglie a volte delle strade autonome e ignote perfino a chi ha contribuito a scriverlo, e sono quelle che maggiormente mi affascinano. Non c’è meglio o peggio, è tutto utile a delineare questa visione, da Una nuova speranza a Gli ultimi Jedi, passando per l’universo espanso che ora è stato escluso dal canone – ma che ha comunque un valore di produzione culturale importante, come i vangeli apocrifi – ai videogiochi. Se invece vuoi sapere quali film mi piacciono di più, ma a questo rispondo da fan e non da studioso, allora non posso negare che la trilogia classica sia quella con cui sono cresciuto e che ho maggiormente amato, che mi ha incantato al punto da prendere per buoni come ‘atti di fede’ anche i cambiamenti applicati in corsa con qualche piccola ‘Forzatura’ da parte di Lucas (e non ho scritto Forzatura con la maiuscola a caso).

4)      Come tutti i miti, anche Star Wars deve scontrarsi con la realtà. Secondo te, oggi chi è il più grande antagonista della saga di Guerre Stellari?

Ne ha diversi, ma Internet e i social network per come sono usati oggi sono un po’ nemici della magia del cinema in generale (e quindi anche di Star Wars). Il cinema è magia e dunque ha i suoi trucchi. Tutti i film ce li hanno, la bravura del regista sta a nasconderli bene.  Con lo stile, il montaggio, l’epica o quello che vuoi. Ogni cosa va bene pur di conquistare la tua attenzione e la tua ‘sospensione dell’incredulità’. E sicuramente dieci o venti anni fa i registi erano più bravi a nascondere i fili. Però c’è pure da dire che era più facile nasconderli. Non c’era Facebook, non c’era Internet, nemmeno c’erano le VHS quando andavo al cinema io da piccolo, né avevo accanto il collega scafato o l’espertone pronto a sottolineare ogni falla possibile. Avevo mia madre o i miei amichetti, e basta. E tutto restava in quel mondo. Per rivedere il film dovevi aspettare un anno o più, col passaggio tv o (più in là) l’arrivo in home video. Al massimo potevi tornare un paio di volte in sala, ma nel frattempo la tua mente e la tua immaginazione avevano saldato tutto il resto, riempire i buchi, sistemare le incongruenze, sorvolare sui momenti meno riusciti, sull’inquadratura sballata, sulla battuta fuori luogo. Oggi non è così. Si vede il film una sola volta e già siamo in grado di farne un’analisi dettagliata, mettendo nero su bianco tutti i pro e i contro. Questo è un autentico attentato nei confronti della magia e del senso di coinvolgimento. Non voglio fare il vecchio, è così, e ci dobbiamo stare. Ma è innegabile che i nostri processi percettivi siano fortemente cambiati, e così i nostri parametri di giudizio. Oggi rivedo la trilogia classica – che ancora amo tantissimo, si intenda – e mi accorgo che Luke atterrra su Dagobah proprio a tre minuti da casa di Yoda. Su tutta la galassia. Che il suo allenamento dura mezzo pomeriggio, se andiamo ad analizzare l’incastro dei tempi con quello che succede parallelamente su Bespin. La principessa Leia non fa una piega quando davanti ai suoi occhi viene distrutto il suo pianeta natale. Luke dovrebbe restare nascosto dall’Impero e continua a usare il cognome Skywalker. E così via. Ma proprio di queste presunte ‘falle’ e della capacità del pubblico di riempirle ho fatto argomento di trattazione nel saggio, perché è in quel momento lì che il pubblico di Guerre Stellari diventa particolarmente interattivo e partecipa al processo di mitopoiesi quasi alla pari dei creatori, tanto che poi tante soluzioni e aggiustamenti che vengono dal pubblico vengono ripresi dalle fonti ufficiali (che si tratti dei film, dei fumetti, o dell’Holocron Continuity Database) e integrati ufficialmente nel Canones.

5)      Come studioso di Star Wars, ci sono altri prodotti legati alla saga e diversi dai film (libri, fumetti, ecc…) che reputi indispensabili?

Nemmeno io li ho letti tutti, sono davvero una quantità sterminata, però conosco molto bene tutto l’Expanded Universe prima dell’avvento Disney e credo che la lettura almeno della trilogia di Thrawn non possa mancare nell’esperienza formativa di un appassionato. Inoltre è interessante vedere come alcuni elementi di tutto quello che è considerato fuori canone tornino a riproporsi in forma diversa, pensiamo ad esempio alla Jyn Erso di Rogue One che richiama chiaramente al personaggio di Jan Orse.  Lo stesso Thrawn è stato recentemente reincluso nella continuity ufficiale. Sono questi corsi e ricorsi che permettono di trattare Star Wars come un vero e proprio mito. Per la mia trattazione, poi, è stata fondamentale la lettura del volume ‘Le Guerre Stellari’, ispirato alle primissime bozze di sceneggiatura di Lucas per quello che sarebbe diventato poi Una nuova speranza (che io chiamo ancora Guerre Stellari, essendo un ragazzo del ’76). Lì le figura di Anakin, Darth Vader, Luke e Obi Wan si fondono e si confondono, ed è interessante notare tutti i cambiamenti per capire da dove vengano certe istanze che hanno trovato poi concretezza nelle versioni finali. C’era una fase della sceneggiatura in cui Luke era una ragazza – per avvicinarsi alle istanze femministe di fine anni ’60, inizio ’70 – orfana e confinata su un pianeta desertico. Non ricorda forse la Rey de Il risveglio della Forza?

 

6)      Hai altri sogni nel cassetto legati all’Universo di Star Wars?

Mi sono rassegnato all’idea che una trattazione definitiva su questo universo è impossibile. Questo libro si ferma a Gli ultimi Jedi, abbiamo voluto farlo uscire in concomitanza con l’arrivo di Solo: A Star Wars Story ma già l’anno prossimo – se non prima, considerando romanzi e fumetti – avrò materiale da inserire. Quindi molto probabilmente ci tornerò su, se abbastanza lettori troveranno questo lavoro interessante. Intanto mi aspetta un lungo anno di promozione, che è sempre un processo faticoso considerando che sono molto attivo su più fronti. Tra questi, c’è la mia attività di scrittore di fumetti (lavoro per la Bugs Comics) che sta molto crescendo negli ultimi mesi. Se vogliamo parlare di un sogno sogno (nel senso che non c’è assolutamente niente di concreto in ballo, è solo una cosa che mi piacerebbe) un fumetto ambientato nell’universo di Star Wars lo scriverei molto molto volentieri. Se dobbiamo sognare, facciamolo in grande. E che la Forza sia con voi!

Altre info sull’autore

BIOGRAFIA: Andrea Guglielmino si autodefinisce non scrittore ma ‘scrivente’. Spazia infatti dalla saggistica alla narrativa, dal giornalismo alla critica cinematografica passando per le vignette umoristiche, l’illustrazione per l’infanzia, la letteratura ‘breve’ e le sceneggiature per fumetti. E’ laureato in Filosofia con indirizzo antropologico e storico-religioso. I suoi precedenti saggi sono ‘Cannibali a confronto – L’uomo è ciò che mangia’ (Memori 2007) e ‘Antropocinema – La saga dell’uomo attraverso i film di genere’ (Golem Libri 2015), vincitore del premio Domenico Meccoli ScriverediCinema 2015. Lavora come vice Capo Servizio presso la redazione del portale di notizie cinematografiche ‘CinecittàNews’, daily ufficiale di Istituto Luce Cinecittà, e come redattore esperto presso la rivista ‘8 ½ – Numeri, visioni e prospettive del cinema italiano’. Come fumettista collabora regolarmente con le case editrici Bugs Comics (per le riviste ‘Mostri’, ‘Alieni’ e ‘Gangster’) e Noise Press (per ‘Dead Blood’). Nel 2014 ha illustrato il libro per bambini ‘Mastro Tasso e il suo cappello’, scritto da Ilaria Mainardi e edito da MdS. Dirige dallo stesso anno il sito di vignette umoristiche www.vendicazzariuniti.com. Il suo racconto ‘Maniaci seriali’ ha vinto il primo premio al concorso ‘Dipendenze’ indetto dalla casa editrice MdS nel 2017. Nello stesso anno ha pubblicato il libro di aforismi 2.0 ‘Chi si accontenta, Goldrake!’, per Edizioni Progetto Cultura. Nel 2018 pubblica lo spin-off di ‘Antropocinema’, sempre per Golem Libri, interamente dedicato all’universo di Guerre Stellari: ‘Star Wars – Il mito dai mille volti’.

Sito web creato il 28 marzo 2018 dall'Avv. Marcello Durante, docente di scrittura creativa a Lecce, appassionato di fumetti e Guerre Stellari.