Solo: A Star Wars Story – La recensione di starwarsnews.it

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Solo: A Star Wars Story, per farmelo piacere, l’ho dovuto guardare due volte. No, non è un difetto del film, ma un problema tutto mio. Arrivo molto teso al cinema ed ho bisogno di una seconda visione per apprezzare meglio il lavoro globale. C’è da dire che utilizzo un “jolly” speciale per gustarmi nuovamente il film: lo rivedo in lingua originale. Soffro molto il doppiaggio italiano, lo trovo spesso “coprente” o fastidioso: toglie spessore alla recitazione degli attori, talvolta la stravolge. Ne perde molto anche la colonna sonora, che grazie alla versione originale riesco a percepire più presente, seguire e vivere con maggiore trasporto. Le musiche meritano sempre uno studio a parte, anche slegate dalle immagini: in Solo sono dinamiche, con buon ritmo, ma da spettatore resto sempre nell’attesa dei temi musicali “storici”, come legato alla presenza del Millennium Falcon.

Oggi posso dire che lo rivedrei volentieri altre volte, anche senza aspettare il dvd. Anzi, considero i 30 minuti finali del film così potenti che invoco in questa sede il sequel Solo 2! Voglio rivedere il giovane Han, voglio scoprire il destino di Qi’ra, mi farebbe piacere vedere interagire il protagonista con Lando Calrissian, per assistere al consolidarsi di una amicizia decennale. C’è ancora tanto da raccontare.

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Solo – Le mie impressioni sul film

In questo articolo non vi parlo della trama, ma delle mie impressioni generali. Per saperne di più andate al cinema! La pellicola diretta da Ron Howard ha tutti gli elementi dello Star Wars originale: ha lo stesso tono, lo stesso umorismo sottile, ma persistente e scansonato, ha più di un messaggio politico e sociale. A questo si devono aggiungere una serie di easter egg e cameo che sono stati studiati per ringraziare i fan di “ogni canone”. Il film ha scatenato subito la curiosità dei fan, che sui social network hanno iniziato a chiedere informazioni sulle animate The Clone Wars e Rebels. Non aggiungo altro per evitare spoiler.

Se siete interessati a scoprire questi dettagli “segreti”, vi consiglio di dare uno sguardo all’approfondimento fatto dal sito Star Wars Libri e Comics.

Il film ha un buon ritmo e tanta, tanta azione fin dal primo minuto. Non ci sono tempi morti, e le scene più tranquille risultano utili per far conoscere nel profondo Han (l’uomo e non la maschera) e chi lo circonda. Infatti, i dialoghi sono abbastanza leggeri, efficaci e spontanei, anche se la trovata sul “cognome” di Han potrebbe far storcere il naso a qualcuno. Il regista non ha abusato degli effetti speciali (tranne in zona Kessel), ma ha curato con attenzione costumi, paesaggi, ambientazioni interne e le armi, offrendo quel realismo visivo che altri film della saga non sono riusciti a dare. La decadenza imposta dall’Impero in certi settori è tangibile, per non parlare del deserto di fame e povertà creato dai gruppi criminali. Sono proprio i clan “pseudo mafiosi” ad avere i riflettori puntati addosso, perché la storia in questione è concentrata proprio su malfattori, predoni, mascalzoni, contrabbandieri. Gli sceneggiatori, in maniera originale, sono riusciti a regalare un racconto cupo ed allegro, dove l’Impero c’è, ma non è mai protagonista, dove la Forza c’è, ma non serve percepirla o vederla in azione. Pur nascondendo gli elementi chiave di Guerre Stellari, Solo: A Star Wars Story si inserisce con disinvoltura nella saga.

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E’ una pellicola lunga, che non annoia. Anzi, per tutto quello che voleva raccontare, avrebbe avuto bisogno di ulteriore minutaggio. Ci sono personaggi nuovi riusciti, ma il loro ruolo è stato limitato dal tempo a disposizione. Peccato!

In definitiva posso dire che lo spin-off è riuscito nella missione di restituire al pubblico Han Solo, grazie anche ad una prova eccelsa dell’attore protagonista. Inoltre (concedetemi un piccolo spoiler), ha corretto con un colpo di pistola un certo aspetto della saga che da anni aveva trovato il disappunto dei fan, vista l’operazione di ret-con fatta da George Lucas qualche anno fa. Lo ha fatto con furbizia ed eleganza, per non tradire il personaggio e le idee del suo creatore.

Solo – Il voto ad attori e personaggi (pagelle definitive)

Alden Ehrenreich – Han Solo  9 Alden ha superato la prova con talento. Il suo Han ha personalità e rispetta il personaggio storico. Lo voglio rivedere al cinema al più presto.
Joonas Suotamo – Chewbacca  8+ E’ un Chewbacca iperattivo, espressivo e comunicativo. Una delle migliori apparizioni di sempre, che aggiungono tanto alla sua storia da ribelle solitario.
Woody Harrelson – Beckett  8 Personaggio di carattere, vero e determinante per la crescita di Han. Woody bravissimo nel ruolo, con la sua faccia furba e tranquilla.
Emilia Clarke – Qi’ra  8,5 Grande sorpresa. Qi’ra dolce prima, forte dopo. E’ un elemento chiave per la vita di Han.
Donald Glover – Lando Carlissian  8 E’ un Lando “moderno” che rompe gli schemi. Attore straordinario. Pesa un po’ il confronto con la versione futura, sicuramente meno ingenua.
Thandie Newton – Val  6,5 Val ben interpretata. Donna dura e coraggiosa. Resta un elemento secondario, dimenticabile.
Phoebe Waller-Bridge – L3-37 8,5 Droide originale e influente. Ha una personalità forte e “speciale”. Lascia il segno fuori e dentro il film. Il suo fato è da applausi!
Paul Bettany – Dryden Vos  8 Attore di livello per un cattivo di pura classe e cattiveria. La sua presenza è strumentale allo sviluppo di altri personaggi.

Solo – SPOILER – Il personaggio Enfys Nest

Enfys Nest Solo

Sotto la maschera di Enfys Nest c’è un simbolo di speranza e ribellione. E’ un personaggio che spiazza totalmente e che potrebbe ricollegarsi al “Lato Estremo” della ribellione all’Impero. Questa giovane donna è l’urlo dei popoli soffocati da criminali e imperiali. Personaggio assolutamente positivo, che potrebbe deludere a primo impatto se accolto con superficialità.

Sito web creato il 28 marzo 2018 dall'Avv. Marcello Durante, docente di scrittura creativa a Lecce, appassionato di fumetti e Guerre Stellari.